Jackson vs Stratocaster

Sono da più di venti anni il felice possessore di una Jackson Custom Shop Soloist che acquistai usata ed era stata costruita su specifiche del precedente proprietario.

Il suo modello originale era pensato, soprattutto esteticamente, per suonare metal o hard rock. Dal momento che  non suono più quel genere musicale, ma sono oggi più orientato al progressive rock, in molti mi hanno consigliato (alcuni vivamente) di cambiare chitarra, indirizzandomi verso modelli più “sobri”.

Ecco allora che ho voluto incontrare una delle chitarre che mi hanno sempre ingolosito. La mia prima chitarra era una sua imitazione, la suonano (fra gli altri) Dave Murray e David Gilmour, è un’icona: la Fender Stratocaster.

Sulla carta

  Jackson CS SoloistDSC_0038 Fender StratocasterDSC_0039
Anno di costruzione

1987-1989

1991
Corpo Il legno non è visibile. Le Soloist di solito hanno corpo in ontano o pioppo. A sentire il peso e la risposta alle vibrazioni potrebbe però anche essere mogano. Ontano
Manico In acero, in due pezzi, bolt-on, con paletta inclinata In acero, bolt-on, con paletta parallela alla tastiera
Tastiera In ebano, 22 tasti In acero, 22 tasti
Ponte Floyd Rose Standard Fender
Pick-up 2 Magnetics attivi in alnico o ceramici, single coil alla tastiera e humbucking al ponte 3 Fender passivi single coil

 

Estetica

15 - 2La mia Jackson è esteticamente appariscente: il body è colorato come una colata di lava incandescente e i pick-up e il ponte neri, abbinati alla tastiera in ebano, incupiscono ulteriormente l’aspetto complessivo della chitarra. Il tutto è completato dalla paletta tipica dalla inquietante forma aguzza e dal body Soloist che, senza avere una forma estrema, non è comunque particolarmente morbido. In mezzo a tutta questa cattiveria, stonano un po’ i segnatasti a pallino.

La Stratocaster, pur essendo rossa, ha un aspetto più sobrio, con forme più arrotondate. È una chitarra degli anni ’50 e lo dimostra con eleganza: “si, si, carina… ma io sono la Strato” sembra dire all’altra.

Complessivamente, seppur con qualche miglioramento possibile, seppur più tamarra, preferisco la ragazza con le calze a rete sotto i jeans strappati e voto per la mia Jackson.

Ergonomia

Raccolgo le due chitarre dalle rispettive custodie e subito mi rendo conto della differenza di peso; quella che qualche anno fa, quando ripresi a suonare, mi provocò qualche mal di schiena. La sensibile differenza di peso dipende probabilmente dal legno più massiccio della Jackson: leggo che di solito le Soloist hanno il corpo in ontano (come la Stratocaster in prova) o in pioppo (lievemente più denso), ma la differenza che sento io non credo possa essere imputabile solo al ponte decisamente più massiccio: ho l’impressione che la mia sia di mogano (o piombo? …).

Maneggiando le due chitarre si fa sentire la spigolosità della Jackson e la maggiore amichevolezza della Fender.

Imbracciandole da seduto, si riconosce una forma molto simile e un ottimo equilibrio di entrambi gli strumenti. La Jackson sembra appena più compatta, per la posizione leggermente diversa della svasatura inferiore del body. Suonando le corde a vuoto o accordi pieni in varie posizioni, la Jackson vibra molto di più sulla pancia (la mia) e sembra avere più sustain.

In piedi l’equilibrio dei pesi di entrambi gli strumenti è ottimo, ma la maggior massa della Jackson si sente sulla tracolla (anche se io ci sono già abituato).

I manici danno sensazioni diverse: se quello più sottile e non lucido della Jackson promette maggiori possibilità velocistiche (promessa che con me in questi venti anni non ha mantenuto), quello della Fender, pur essendo più spesso, risulta più comodo a chi, come me, non ha una mano enorme. Anche la sagoma della tastiera, più squadrata per la Soloist e più arrotondata per la Stratocaster, incide sulla comodità. Non ho la possibilità di misurare la curvatura della tastiera, ma ho l’impressione che le corde della Strato siano più docili ai bending; per contro, la precisione dei legati risulta più facile sulla mia.

Il ponte Floyd Rose sulla mia chitarra è montato molto distante dalla superficie del body, e questo rende difficile ancorare, quando necessario, la mano destra; nelle altre Jackson Soloist invece il Floyd Rose è complanare al body, quindi deve essere stata una scelta del mio predecessore, che forse preferiva una impostazione più flottante della mano destra… in effetti mi chiedo ora come mai io non l’abbia mai modificata, visto che io non la preferisco. Quindi, considerando anche il ponte minimalista di Fender, io mi trovo più comodo sulla Stratocaster.

Suono

Non avendo a disposizione il mio amplificatore (in riparazione), ho provato con diverse emulazioni di amplificatori (Hughes & Kettner, Marshall, Hiwatt, Orange) e con un Fender vero, senza effetti, sia sui canali puliti che distorti.

La prima cosa che salta all’orecchio è la differenza di volume, dovuta alla presenza di pickup attivi sulla Jackson e passivi sulla Strato. Per lo stesso motivo si sente anche una ovvia differenza di rumore fra le due chitarre.

Io amo il timbro dei miei due pickup Magnetics, cristallino e limpido il single coil e potente e rotondo l’humbucker, ma la mia chitarra ha solo un selettore a 3 posizioni e un potenziometro del volume, quindi un carattere estremamente definito. Con la Stratocaster invece è un mondo di possibilità diverse, con 5 combinazioni su 3 pickup e due controlli di tono oltre a quello del volume: si va da un suono cupo che può ricordare certe sonorità jazz a un suono abbastanza brillante e ricco di armoniche (Gilmour?)… e soprattutto, lì in mezzo fra i pickup fra il ponte e il centrale c’è un timbro inconfondibile che io identifico con la Stratocaster e che è utilizzato da tanti chitarristi famosi: posso chiamarlo “rotondo”? Quando si usa la distorsione invece non c’è storia: la definizione e la potenza dei Magnetics attivi non dà speranza ai single coil passivi e un po’ pastosi della Strato.

Parlando di ponte e leva vibrato, sulla potenza e precisione del Floyd Rose non c’è neanche da argomentare, invece il ponte Fender è utilizzabile senza preoccupazioni solo per lievi vibrati; per contro provate a cambiare una corda al volo con un Floyd Rose… ci vuole Felix Aggiustatutto!

Conclusioni personali

Ricapitolando:

  • esteticamente vince la Jackson (dai ditelo… sono un rozzo!), anche se toglierei completamente i segnatasti;
  • la Fender è più comoda e facile da suonare, per entrambe le mani; per la destra la Jackson potrebbe guadagnare terreno avvicinando il piano corde al piano del body, incassando il ponte (un bel lavoretto di liuteria);
  • sul suono le chitarre sono molto diverse: più sustain e suoni più belli (soggettivamente), definiti e forti per la mia, una grande varietà sonora e qualche timbro firmato per l’antagonista.

Insomma, le due chitarre sono entrambe molto belle, molto diverse e difficilmente comparabili e… non sono così propenso a sostituire la mia Jackson Custom Shop Soloist con una Fender Stratocaster.

Sarebbe però interessante affiancarle 😉 .

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